Presidente, le quotazioni dell'oro hanno raggiunto livelli da record. Che ripercussioni si stanno registrando nel comparto orafo e al Tarì di Marcianise?
«Certamente il rialzo esponenziale del costo della materia prima crea un raffreddamento delle vendite nel comparto orafo, che non possiamo ignorare. Ma ancor più direi che è l'incertezza della politica internazionale a condizionare negativamente i consumatori, oltre al costo della materia prima. Oggi (ieri) è stato raggiunto il record di 92 euro al grammo».
Quanto sta pesando l'incertezza della politica internazionale, sul rialzo del prezzo dell'oro?
«La grande incertezza della politica internazionale, sulla quale influiscono molteplici fattori quali guerra e instabilità delle monete, si ripercuote da tempo sulla tendenza a effettuare importanti investimenti in oro, considerato come bene rifugio.
È una regola del mercato: l'innalzamento della domanda genera un innalzamento dei prezzi. Ne risente ovviamente il consumo personale di oro come monile tradizionale, il cui acquisto è sempre più condizionato dal prezzo della materia prima, su cui influisce anche l'Iva, che molto più della manodopera influenza il prezzo finale».
Teme la politica dei dazi del presidente Donald Trump?
Quanto peserà sulle esportazioni di oro e gioielli negli Stati Uniti?
«Al momento non ci sono precise indicazioni di Trump rispetto al nostro settore produttivo.
Già questo peso si avverte. L'America è oggi il primo mercato export Italia per il settore orafo, con un totale di 1,5 miliardi di euro pari al 14% export Italia. Le tasse Usa per il nostro prodotto sono già doppie rispetto all'Europa: 5,8% rispetto al 2,5% dell'Unione Europea. Va detto inoltre che l'industria gioielliera Usa non è in grado di soddisfare la domanda interna, quindi non trae giovamento da una politica daziaria ulteriormente penalizzante. Staremo a vedere cosa accadrà».
Il Tarì ha elaborato una strategia di diversificazione geografica dei mercati di sbocco?
«Da sempre i nostri mercati esteri di riferimento sono quelli europei, molto solidi, alla pari di quello interno. In occasione della prossima edizione di Open proprio al Tarì ospiteremo la presentazione a cura di Ice di un importante studio sulla gioielleria italiana rispetto ai mercati europei. Focus dell'indagine i "Big Five", ovvero Regno Unito, Germania, Francia, Spagna, Italia. Credo che in questo periodo storico sia opportuno consolidare relazioni, ci stiamo adoperando per questo».
Ha parlato di Open, la primavera è anche tempo di fiere che richiamano buyers da tutto il mondo. Quali saranno le novità di questa edizione?
«Dall'11 al 14 aprile ospiteremo l'edizione primaverile di Open.
La nuova collocazione temporale, che anticipa strategicamente la Pasqua e le festività primaverili con l'apertura della stagione turistica, è la principale novità della prossima edizione di Open ma non l'unica. Diversi sono i punti di forza di questo evento.
Il primo è l'attenzione sempre puntata al mercato non solo in occasione degli eventi fieristici, ma attraverso un'attività di marketing e di dialogo continuativa.
Dal confronto quotidiano con aziende e trade deriva ogni nostra scelta: dalle promozioni mirate dedicate alla clientela alla scelta del posizionamento di date, fino ad arrivare ai contenuti specifici. Sempre più, infatti, Open consolida non solo il proprio ruolo di riferimento commerciale per il mercato della gioielleria italiana ed europea, ma anche per approfondimenti tematici dedicati alla formazione e all'aggiornamento professionale dei gioiellieri. Il calendario degli appuntamenti di aprile è ricco di incontri: dalle numerose applicazioni dell'Intelligenza artificiale dedicate al mondo orafo a un interessante approfondimento gemmologico dedicato alle pietre di colore a cura di Igi, agli strumenti e strategie per la valorizzazione della comunicazione del gioiello online».
La cittadella orafa di Marcianise è un fiore all'occhiello del sistema economico-produttivo casertano. Il presidente di Confindustria Caserta Beniamino Schiavone nell'ultima assemblea pubblica, ospitata proprio al Tarì, ha sottolineato i nodi del gap infrastrutturale e della viabilità nell'area di Caserta Sud. Quanto pesano queste criticità sul Tarì?
«Queste criticità sono molto sentite anche da noi, sia per una motivazione strettamente commerciale considerato che i nostri clienti restano intrappolati nell'area commerciale di Marcianise-Caserta Sud, sia per il forte condizionamento nell'attrazione di investimenti. Senza toccare le ripercussioni in chiave di sostenibilità: il personale delle nostre aziende e di tutta la zona industriale è costretto ad arrivare al posto di lavoro con mezzi propri, non essendoci servizi di trasporto. Ho presentato in passato progetti di svincolo autostradale in questa area commerciale, c'è stato un progetto di espansione della metro di Napoli con un anello casertano, che avrebbe consentito anche di portare un turismo commerciale in quest'area. Basti pensare all'Alta velocità che arriva ad Afragola e non ha prosecuzione come sarebbe necessario con collegamenti veloci. Ma al momento tutti i progetti sono fermi».
Cosa suggerisce?
«Un coordinamento forte sul territorio tra istituzioni e aziende, in modo da condividere una progettualità e obiettivi. Recentemente con grandi sforzi organizzativi la Prefettura ha istituito un tavolo di valutazione e un'attività quotidiana di monitoraggio che ci auguriamo possa portare riscontri».
Puntate molto sull'alta formazione e sulla scuola, un laboratorio che prepara i professionisti del futuro. Quali sono i nuovi progetti? La crisi, alimentata dai venti di guerra, sta condizionando gli sbocchi lavorativi al termine dei corsi?
«La scuola è un cavallo di battaglia del Tarì. Abbiamo una voce autorevole a livello nazionale e chiuso accordi importanti con realtà multinazionali come Bulgari. Puntiamo sempre sull'eccellenza della formazione, anche per nuove competenze e tecnologie. Oggi la nostra scuola non forma più semplici operatori, ma i futuri imprenditori. Certo un blocco dell'economia mondiale può condizionare anche le prospettive professionali dei nostri giovani. Ma noi continuiamo a investire su una formazione sempre più elevata.
Tra pochi giorni verrà consegnato dal Tarì un importante premio di laurea annuale con il Comitato Leonardo. I giovani saranno sempre al centro delle nostre strategie».