La corona di Carlo di Borbone è diventata un gioiello per tutte e tutti, grazie al Tarì e alla collaborazione nata con la Reggia. Infatti, la riproduzione del prezioso gioiello reso celebre da una pietra centrale unica, di dimensioni eccezionali, un diamante da 41,5 carati che il maestro francese Claude Imbert, autore del disegno, definì "Color di Viola perfetto", andato successivamente smarrito, è in esposizione fino al 31 marzo nelle retrostanze della sala del trono, appena restaurata.
Il progetto, realizzato a più mani, è partito dal complesso lavoro di ricerca e di ricostruzione della corona, portato avanti da Ciro Paolillo, professore di gemmologia investigativa e dal suo staff di gemmologi, progettisti e gioiellieri, e che dopo una prima esposizione al Tarì nei mesi scorsi, è approdato nella sua sede naturale, la Reggia di Caserta, appunto. L'esposizione, curata dal Centro orafo il Tarì, accompagna il visitatore attraverso la narrazione delle vicende storiche, alternata ad un altrettanto affascinante processo di ricostruzione della corona, realizzato attraverso un lavoro di analisi gemmologica investigativa, di progettazione e di lavoro artigianale. Un percorso didattico digitale consente, dunque, ai visitatori di ripercorrere la storia e le vicissitudini della corona e le complesse fasi della sua ricostruzione, resa possibile attraverso i disegni originali oggi custoditi nell'Archivio di Stato di Napoli, e numerose rappresentazioni pittoriche dell'epoca, presenti nei maggiori Musei europei.
Ora, dunque, la fedele replica in argento della corona di Carlo è diventato il leit motive di una collezione di gioielli realizzati dagli orafi del Tarì. E i prototipi della raffinata collezione, ispirata alla maestosità della corona, sono pronti e sono stati consegnati in anteprima alla direttrice della Reggia Tiziana Maffei, in attesa di poter essere messi in vendita nelle prossime settimane nel bookshop della stessa Reggia, l'unico luogo nel quale potranno essere acquistati.
La collezione, composta da sette modelli unici tra orecchini, girondoli, bracciali, collane e spille da giacca (queste ultime, peraltro, sono state donate ai partecipanti al meeting dei responsabili delle Regge europee che si è svolto recentemente a Caserta), è stata interamente progettata nel Centro orafo il Tarì, utilizzando moderni software 3D. I gioielli, tutti in argento 925, sono stati, poi, sapientemente realizzati a mano da maestri artigiani, unendo tradizione e innovazione, per offrire creazioni di altissima qualità e dal fascino senza tempo. I due designer coinvolti nel progetto sono stati Micaela Calzà e Antonio Rea, che hanno saputo cogliere la profonda simbologia della corona, trasformandola in un'espressione di eleganza e prestigio senza tempo. Ogni dettaglio dei gioielli è stato curato con un'attenzione maniacale, traendo ispirazione dalle forme barocche e dagli elementi decorativi che caratterizzano la corona reale, simbolo di potere, storia e grandezza.
«Siamo orgogliosi di questa nuova ed esclusiva collaborazione tra la Reggia e il nostro centro», ha detto il presidente del Tari, Vincenzo Giannotti, durante l'incontro con la direttrice. «È un vero privilegio per noi che uno dei più grandi capolavori del patrimonio culturale italiano ci abbia affidato il compito di realizzare una linea di gioielli da distribuire nel bookshop del palazzo, rendendo omaggio a una delle sue figure più emblematiche della storia del nostro Paese, attraverso il linguaggio dell'arte orafa.
La collezione - sottolinea ancora Giannotti - esprime l'essenza del lusso regale in una chiave contemporanea. I gioielli costituiscono un viaggio tra passato e presente, dove ogni curva e dettaglio richiama la complessità dei ricami e delle gemme incastonate nella corona di re Carlo».