È la quinta regione in Italia per numero di imprese (concentrate per lo più a Napoli e Caserta ). La settima per valore delle esportazioni con 36 milioni di euro, con un aumento nell'ultimo trimestre del 2023 pari al 5%. E da sola rappresenta il 15% del dettaglio orafo nazionale con 1.400 punti vendita. È sulla forza di questi numeri che la Campania ha fatto un passo in più per strutturare in modo più organico e rappresentativo le storiche eccellenze del settore orafo. La nascita del Distretto Orafo della Campania certifica definitivamente l'unicità del comparto, accomunando obiettivi e interessi che prima erano vissuti in maniera più «individuale», per così dire.
D'ora in avanti il D.OR. sarà interlocutore unico della Regione che lo presenterà all'inizio di settembre a Vicenza , in occasione della fiera orafa (la Campania allestirà un proprio stand per i 5 giorni dell'evento). «L'obiettivo fin dal primo giorno è stato creare forme di cooperazione per competere sui mercati, attuando un approccio coordinato e sistemico» spiega l'assessore regionale Antonio Marchiello che è stato il promotore dell'iniziativa. E aggiunge: «Nel Distretto orafo della Campania si integrano bene le componenti che servono a incrementare capacità innovativa e competitività: formazione, ricerca, internazionalizzazione, realizzazione di servizi comuni di supporto alle relazioni commerciali». Quattro attori protagonisti, quattro firme di riconosciuta qualità nel panorama italiano e internazionale del settore, per dare vita alla Rete orafa regionale.
Il Tarì di Marcianise, sorto nel 1996, oggi una realtà con 400 aziende stabilmente presenti (30% produzione, 30% servizi, 40% distribuzione), 2.500 addetti, 400.000 operatori presenti annualmente, eventi specializzati per il settore con migliaia di presenze consolidate per ogni edizione e una prestigiosa scuola di formazione, il Tads ( Tarì Design School ) che ospita ogni anno 150 allievi destinati al mondo del lavoro come professionisti orafi, designer, gemmologi, manager o esperti. Sempre a Marcianise opera Oromare , attiva dal 1998, 150 aziende (originariamente dislocate nei distretti orafi di Torre del Greco e Napoli) presenti su 60mila mq con 1000 addetti che coprono l'intera filiera produttiva.
A Napoli c'è il consorzio Antico Borgo Orefici , costituito nel 2000, per organizzare la partecipazione degli operatori orafi di una delle zone più caratteristiche del Centro Antico alle iniziative di valorizzazione dell'area e dell'artigianato orafo locale. Un quartiere che ha contribuito a rendere unica nel mondo l'arte orafa partenopea e che oggi ha acquisito la piena consapevolezza di dovere aprire le porte di un patrimonio fatto di gioiellerie, botteghe artigianali, tagliatori di diamanti, incastonatori, commercianti di pietre preziose, con una scuola di formazione, La Bolla , che tramanda la tradizione con i suoi maestri. E poi Torre del Greco, polo altrettanto storico, specializzato nell'artigianato del corallo e del cammeo.
Dal 1997 opera Assocoral , l'Associazione Nazionale Produttori di Corallo, Cammei e Materie Affini, che lavora per la valorizzazione, la tutela, la salvaguardia e la promozione di tutto quanto attiene l'artigiano e l'industria del corallo, dei cammei, delle lavorazioni delle materie affini, nonché i comparti produttivi orafi ad essi connessi. C'è la sua sigla dietro i tanti eventi promozionali e culturali di questi anni, come le mostre di New York, Montecarlo, Basilea, Milano, Vicenza, Barcellona, Roma e Torre del Greco.
La strategia Quattro alfieri dell'arte orafa riuniti sotto un'unica bandiera. Ma per fare cosa, in concreto? Le linee guida del neonato Distretto sono chiare: incrementare la capacità innovativa e la competitività; sviluppare la formazione, la ricerca, l'internazionalizzazione, la realizzazione di servizi comuni di supporto alle relazioni commerciali. Non solo, peraltro, attività di business, perché ci sono anche sostenibilità ambientale e formazione al centro del piano di attività proposto dalla Rete e finanziato dalla Regione Campania. «Tra gli interventi previsti - conferma Marchiello - spiccano progetti legati alla sostenibilità del corallo di Torre del Greco e all'economia circolare, lo studio di nuove tecnologie ecologiche da utilizzare nei cicli di produzione, attività formative sviluppate attraverso tirocini e corsi di formazione professionale per gli operatori del settore».
A proposito di queste ultime, si prevedono già adesso borse di studio sia per la frequenza di corsi per orafi, sia attraverso l'organizzazione di nuovi progetti di attività necessarie per il Sistema. Da questo punto di vista il Distretto può contare su Scuole di alto profilo tra i partner dell'iniziativa (a Torre del greco l'istituto Degni, ad esempio, un'eccellenza formativa assoluta). Ma bisogna guardare al futuro e a nuove competenze professionali, come la figura innovativa del District Innovation Manager, il cui scopo sarà di introdurre nuovi metodi di gestione dei processi nell'ambito della filiera orafa.
È una delle conferme che l'innovazione avrà un peso determinante nel futuro del settore orafo, e non solo in Campania: l'idea di un Innovation Hub a beneficio di tutti gli attori della filiera regionale, dedicato all'applicazione di ricerca e innovazione del sistema produttivo, delle tecniche di lavorazione dei materiali e delle nuove tecnologie, diventerà ben presto una realtà anche qui.